Elefante del Trebbia, primo tentativo
Autunno, previsioni meteo non certo ottimali, ma la voglia di andare un po' in giro sui monti piacentini e scattare qualche foto è grande, quindi non mi faccio spaventare e parto ugualmente.
La meta è l'alta Val Trebbia e l'intenzione sarebbe quella di fotografare il famoso "elefante del Trebbia", Surus, scoperto dal fotografo Paolo Guglielmetti (per appfondimenti potete leggere qui e anche qui); si tratta di una curiosa formazione montuosa, appena sotto il paese di Cerignale, che fa capo al complesso del Monte Cerello che degrada nel fiume Trebbia fino nei Meandri di Confiente.
Come si intravede da questa foto scattata direttamente dalla statale la sagoma del monte ha l'aspetto curvilineo del dorso dell'elefante, disegnato dai meandri del fiume nelle estremità basse delle zampe e della proboscide.
Lasciata l'auto nella piazzetta di Cerignale mi incammino sul sentiero che parte dietro alle case del paese e scende verso la chiesa e dove, subito dopo, si incontra un piccolo torrente che forma delle cascatelle.
Il sentiero poi si addentra nel bosco, tagliando il fianco della montagna in progressiva discesa verso il letto del Trebbia, seguendo quello che è il profilo del corpo dell'elefante visto dalla statale.
In questi giorni ha piovuto parecchio ed il sentiero è abbastanza fangoso, anche se ricoperto da uno splendido tappeto di foglie autunnali; mentre cammino ad ogni passo si presenta un affaccio sempre diverso sul fiume, poi nel silenzio del bosco, dopo una semicurva del sentiero, mi ritrovo davanti uno splendido esemplare di capriolo che mi fa rimanere di stucco per la sorpresa: nemmeno il tempo di provare a prendere la macchina fotografica che avvertitia la mia presenza, l'animale scappa con agilità scendendo fra gli alberi.
Aggirata poi quella che è la testa di Surus, in prossimità della confluenza fra Trebbia ed Aveto, il sentiero riprende quota sempre all'interno del bosco costeggiando quest'ultimo; intanto ricomincia purtroppo a piovere tanto che arrivato nei pressi del borgo di Casale devo cercarmi un riparo per quello che ormai è diventato un vero e proprio diluvio.
Riposta all'asciutto nello zaino l'attrezzatura fotografica, visto che l'intensità della pioggia non accenna a diminuire, decido che non è il caso di proseguire nell'escursione me è molto meglio ritornare il prima possibile alla macchina, così prendo la strada asfaltata che dalla frazione di Casale riporta a Cerignale, dove arrivo fradicio, almeno esternamente (benedetto sia l'abbigliamento tecnico, che ha realmente impedito di bagnarmi fino all'osso).
Oggi è andata così, sarebbe stato inutile proseguire, ma mi riprometto assolutamente di tornare prima o poi a completare il giro e ad ammirare nuovamente Surus in una giornata metereologicamente più favorevole.
Il percorso da me fatto si estende per circa km, non presenta particolari difficoltà se non per qualche scomodo passaggio dovuto alla scarsa manutenzione dei sentieri e si percorre in circa ore, senza alcuna fretta; la traccia gps può essere scaricata cliccando qui.