Avvertenza: tutti gli itinerari sono stati percorsi personalmente, tuttavia, data la natura mutevole della montagna, le indicazioni devono essere considerate puramente indicative. Declino qualsiasi responsabilità riguardo eventuali malaugurati incidenti o inconvenienti che potrebbero accadere percorrendo gli itinerari descritti sul blog e sull'utilizzo delle tracce GPS che si possono scaricare liberamente. Ricordo inoltre che tutte le valutazioni circa le difficoltà delle escursioni riportate sono prettamente soggettive: durante le escursioni sta al buonsenso di ciascuno decidere come, quando e se proseguire o meno.


Lunedì 20 Aprile 2015

L'alto Garda bresciano e la cascata del Prà Lavino




La primavera sta entrando nel vivo ed il meteo sta regalando una serie di belle giornate, perciò perchè non approfittarne per una bella escursione in montagna?
Girovagando in rete ho trovato qualche notizia di una bella cascata nel Parco dell'Alto Garda Bresciano, la cascata del Prà Lavino, e sono curioso di andare in esplorazione in quelle zone a me ancora sconosciute, ecco quindi che approfitto di un giorno di ferie (andare di lunedì è stato fantastico per godersi la montagna in assoluta pace e solitudine) per soddisfare la mia curiosità.
Per arrivare, risalito il fianco occidentale del Lago di Garda e percorsa una panoramicissima e pittoresca strada con passaggi scavati nella nuda roccia, dal quadrivio del paese di Sermerio (riconoscibile su Google Maps perchè sembra un +) si prende la stradina sterrata in prossimità di una santella che si inoltra nella Valle di S.Michele (segnalato l'eremo) e dopo circa 4 km si parcheggia allo sbarramento Enel delle acque del torrente S.Michele.
Da questo piccolo laghetto artificiale ho ignorato il cartello che indica l'eremo di San Michele (avevo intenzione di farci un salto al ritorno, ma poi purtroppo non ho fatto in tempo...) e ho preso la strada sterrata che piega a sinistra.
La strada sale molto dolcemente costeggiando un altro corso d'acqua: siamo su strade militari della guerra del 15/18 che si intersecano, alcune ancora ben conservate, nell'entroterra gardesano al confine con il Trentino e che mantengono ancora qualche traccia di costruzioni militari.


I resti di una postazione di guardia


La mulattiera conduce fino a Malga Negrini, nell'omonima valle, dove si prende sempre sulla sinistra, passando accanto ad un piccolo salto d'acqua, il sentiero 225 detto "sentiero delle tracce perse", lungo cui sono posizionati numerosi pannelli che raccontano la flora e la fauna del luogo; io però ho scelto di abbandonare questo sentiero allargando ulteriormente il giro.

Malga Negrini

Qui la salita comincia a farsi molto più ripida, il sentiero non è segnato ma risulta comunque molto evidente da seguire e regala scorci panoramici davvero splendidi con affacci anche sul Monte Baldo, con la sua caratteristica lunghissima cresta ancora imbiancata, sull'altro versante del Lago di Garda.

La catena del Monte Baldo
Dopo aver scollinato, non senza fatica, mi ricongiungo al sentiero 225 incontrato in precedenza passando da una pozza per l'abbeverata nel bosco ed infine, sbucato in una bella radura, arrivo all'imponente Malga Lorina, da cui la vista spazia davvero a 360°.

Malga Lorina


Giusto il tempo di rifiatare un po' e mi rimetto in marcia seguendo nuovamente una agevole strada militare che si addentra nel bosco e che dopo una serie di tornanti porta all'imponente cascata di Pra Lavino, meta principale della mia escursione, il cui scroscio si sente in lontananza molto prima di arrivarci.
La cascata del Prà Lavino in tutta la sua imponenza





Dopo una bella sessione fotografica ed un paio di panini sono pronto a ripartire in direzione della radura di Malga Cà de L'Era, che già si vede in lontananza, dove alcuni faggi spettacolari si fanno subito notare.



Malga Cà de L'Era

Proseguo poi lungo la strada che si inerpica alle spalle della Malga e arriva al Passo della Cocca, dove al bivio prendo la strada a destra fino ad arrivare alla Malga Pra Pià, superata la quale si prende il sentiero 222 (qui finalmente qualche segnalazione la si trova) e si comincia a scendere, prima dolcemente poi sempre più decisamente, con un sentiero in alcuni tratti davvero molto sconnesso ma che regala ancora splendide viste sul Baldo.



Il lungo sentiero nella parte finale costeggia ed attraversa più volte il torrente San Michele: purtroppo la stanchezza ed il ritardo accumulato per un errore nella traccia gps che mi ero preparato a tavolino che stavo seguendo (e che mi ha fatto andare avanti e indietro più volte per cercare una deviazione invece inesistente) mi impedisce di dedicare a questo tratto di sentiero l'attenzione, anche fotografica, che meriterebbe.



Alla fine, quindi, sono costretto a rinunciare alla prevista visita all'Eremo di San Michele che mi ero ripromesso di fare ignorando l'indicazione in partenza per raggiungere subito l'auto e ritornare verso casa.

Questa escursione è piuttosto lunga, si snoda per poco meno di 18,5 km, non presenta particolari difficoltà, eccettuato il fatto che la segnaletica è piuttosto scarsa ed il sentiero, specie nella parte di discesa finale è abbastanza sconnesso, e si può completare in circa 6 ore; la traccia gps può essere scaricata da qui.





Lunedì 3 giugno 2019 Cascata di Prà Lavino da Passo Tremalzo E' passato un sacco di tempo dall'ultima escursione, davvero troppo, ed...