Avvertenza: tutti gli itinerari sono stati percorsi personalmente, tuttavia, data la natura mutevole della montagna, le indicazioni devono essere considerate puramente indicative. Declino qualsiasi responsabilità riguardo eventuali malaugurati incidenti o inconvenienti che potrebbero accadere percorrendo gli itinerari descritti sul blog e sull'utilizzo delle tracce GPS che si possono scaricare liberamente. Ricordo inoltre che tutte le valutazioni circa le difficoltà delle escursioni riportate sono prettamente soggettive: durante le escursioni sta al buonsenso di ciascuno decidere come, quando e se proseguire o meno.

Domenica 26 Febbraio 2017

Un po' di neve in Alta Lessinia




Da quando a Natale del 2015 mia moglie mi ha regalato le ciaspole non ha praticamente più nevicato come si deve... Stessa sorte per l'amico Stefano: anche lui si è comprato le ciaspole nuove ma da quel momento della neve nemmeno l'ombra!
Così appena abbiamo visto che le montagne si erano un po' imbiancate abbiamo subito pensato di organizzare un'uscita per provare queste benedette ciaspole.
La scelta per la meta è caduta sulla Lessinia, uno splendido altopiano in provincia - per lo più - di Verona con pendenze dolci ma splendidi panorami.
Detto fatto, domenica mattina siamo pronti a partire armati di tutto punto: ce la prendiamo però comoda, con una partenza verso le 8.20; due ore di strada e intorno alle 10.30 siamo pronti per iniziare l'escursione.
In partenza ci sono subito due problemi: il primo è che io e Stefano non ci siamo capiti sul percorso da fare, così siamo arrivati al rifugio Bocca di Selva ma la traccia che ho sul gps è quella per Cima Trappola, con partenza da San Giorgio; il secondo è che immediatamente capiamo che non c'è abbastanza neve per tirar fuori dalle sacche le nostre ciaspole nuove fiammanti.
Così ci rassegniamo ad una normale escursione a piedi, seguendo per il tragitto la gran quantità di persone che affollano l'altopiano in questa domenica di fine febbraio, aiutandoci con le cartine affisse nei tabelloni.
Subito in partenza si ha una bella vista sul Monte Baldo.



In molti tratti si scorgono tracce di ghiaccio vivo molto scivoloso o piccoli laghetti completamente ghiacciati, molto suggestivi.


Inizialmente ci dirigiamo verso il Monte Tomba ed il suo rifugio, ma arrivati in prossimità dell'attraversamento della pista per lo sci di fondo preferiamo dirigerci verso l'altro rifugio, il Podesteria.



Qui non perdiamo tempo e, pur tentati dal menù scritto sulla lavagna del rifugio, divoriamo i nostri due panini portati da casa e decidiamo dove dirigerci; l'idea principale è una sola: allontanarsi il più possibile dalla marea di gente che ha approfittato della giornata soleggiata per fare un'uscita sulla neve. Per fare ciò decidiamo di seguire il sentiero che passando per il Vajo delle Ortighe e successivamente per il Vajo dell'Anguilla ritorna al rifugio Bocca di Selva facendo un ampio giro; giusto il tempo di infilarci i ramponi (visto che li abbiamo portati decidiamo infatti di sfruttarli, in considerazione anche dei numerosi tratti di ghiaccio vivo incontrati) e ci avviamo per il sentiero che scende verso il bosco.




Il sentiero, pur suggestivo, non è affatto difficile, procedendo per lo più in dolce discesa: siamo gli unici a scendere da questo versante mentre incrociamo una ventina di persone che a piccoli gruppi stanno risalendo.
Arrivati al bivio del sentiero che riporta verso Bocca di Selva lo imbocchiamo senza problemi per poi finire a smarrire la retta via dopo uno spiazzo: tornare indietro non è bello e per niente avventuroso, così decidiamo di ritornare sulla strada giusta procedendo con un bel taglio dritto per dritto nel bosco per poi scollinare. Le pendenze sono tali che questo non sia un grosso problema, anzi non lo è affatto; l'unico intoppo è che arrivati a scollinare scopriamo esserci un bel filo spinato che ci blocca la strada. Stefano decide di scavalcarlo agilmente, mentre io dopo un primo e goffo tentativo, decido di trovare il punto giusto per strisciarci sotto (le acrobazie non sono mai state il mio forte....).
Dopo di ciò ci troviamo di nuovo di fronte ad una scelta: allargare il giro per arrivare sul sentiero ufficiale o fare un bel taglio, ovviamente dritto per dritto. Naturalmente optiamo per il taglio dritto per dritto una volta usciti dal bosco.



Arrivati poi in prossimità di una delle numerosissime malghe dell'Alta Lessinia e dopo una foto in posa da esploratore delle nevi (grazie Ste, sei riuscito a farmi venire bene in foto!), deviamo verso sinistra per ricongiungerci poi all'ampio sentiero che senza grosse fatiche ci riporterà al rifugio Bocca di Selva.



Al rifugio ci concediamo ovviamente una bella birra fresca (per la verità Stefano, visto che non deve guidare, se n'è fatte due più un bel panino con lo speck...) seduti al sole della terrazza; l'intenzione ora sarebbe quella di aspettare il tramonto per provare a fare qualche foto suggestiva, ma l'attesa non sarebbe brevissima e i presupposti non sembrano quelli di un tramonto indimenticabile, così decidiamo di rimandare le foto ad un'altra volta e di ritornare verso casa, comunque soddisfatti.

L'escursione si snoda per poco meno di 11 km e non presenta nessuna difficoltà, svolgendosi sempre su ampi sentieri privi di qualsiasi tipo di esposizione; la traccia gps può essere scaricata da qui.










Lunedì 3 giugno 2019 Cascata di Prà Lavino da Passo Tremalzo E' passato un sacco di tempo dall'ultima escursione, davvero troppo, ed...