Avvertenza: tutti gli itinerari sono stati percorsi personalmente, tuttavia, data la natura mutevole della montagna, le indicazioni devono essere considerate puramente indicative. Declino qualsiasi responsabilità riguardo eventuali malaugurati incidenti o inconvenienti che potrebbero accadere percorrendo gli itinerari descritti sul blog e sull'utilizzo delle tracce GPS che si possono scaricare liberamente. Ricordo inoltre che tutte le valutazioni circa le difficoltà delle escursioni riportate sono prettamente soggettive: durante le escursioni sta al buonsenso di ciascuno decidere come, quando e se proseguire o meno.

Mercoledì 29 Marzo 2017

Ancora Monte Baldo: Cima di Costabella





L'inverno ormai sta lasciando il campo all'arrivo della primavera, la neve resiste a stento solo oltre i 2.000 metri, così decido di proporre al collega ed amico Luca, che già altre volte mi ha accompagnato, un'altra bella escursione in montagna: il meteo prevede tempo sereno, quindi quale meta migliore del Monte Baldo, con il suo splendido panorama a 360°?
Detto fatto, così ci dirigiamo in località Due Pozze, nel comune di Prada, dove lasciamo l'auto in un ampio spiazzo.
La nostra salita prevede di percorrere quasi interamente il sentiero di cresta che transitando dal monte Sparavero, dalle creste, dall'ex forte ed infine dalla Bocchetta di Naole, conduce prima al rifugio Fiori del Baldo, poi al rifugio Chierego ed infine alla panoramica Cima di Costabella a 2.053 metri di altezza.
Imbocchiamo quindi la mulattiera che parte sul lato destro dello spiazzo dove abbiamo parcheggiato ed in breve giungiamo al primo punto panoramico vista lago nei pressi di Malga Zocchi: un luogo davvero incantevole dove la mente si perde in fantasie piacevolissime.



Proseguiamo la salita molto agevole in lieve pendenza nella boscaglia per poi imboccare il sentiero 662 che prende a sinistra in prossimità dell'incrocio che porterebbe alla Malga Colosei di Pesina (con evidente indicazione "per Naole").
Sbucando nel vallone che conduce all'ex forte di Naole si nota sulla destra un lunghissimo muretto a secco che corre lungo tutto il profilo di cresta: incuriositi decidiamo di tagliare fuori sentiero - senza alcuna difficoltà - per avvicinarci; evidentemente il muretto è stato costruito per delimitare la zona di pascolo degli animali nel periodo estivo visto che il versante opposto rispetto al Lago di Garda è piuttosto ripido e scosceso. Si tratta comunque di un'opera davvero particolare per la sua lunghezza e sinuosità che risale tutto il tratto di cresta.





Arrivati in prossimità di una croce decidiamo di staccarci dal muretto a secco, che proseguirebbe fino all'ex forte di Naole e anche oltre, per ritornare all'interno del vallone ed avvicinarci ai primi ruderi del complesso del forte. Alla sinistra del forte sono ben visibili i due rifugi che conducono alla Cima di Costabella, meta finale della nostra odierna escursione.


Il forte fu costruito dagli Italiani nel 1913 contro un possibile attacco austriaco dal vicino confine; per edificarlo i genieri italiani costruirono una lunga strada militare, di larghezza costante, in seguito prolungata fino a Cima di Costabella e, come mulattiera, fino al rifugio Telegrafo. Nel 1914 il forte era dotato di una caserma per alloggiare la truppa e di due appostamenti per artiglieria; ormai da alcuni anni nella parte più alta sono stati installati alcuni ripetitori televisivi (un vero pugno nell'occhio nel contesto paesaggistico), mentre la parte più meridionale è impiegata anche come stalla estiva.

Proprio dai ruderi di una delle baracche nella zona a sud del forte scorgiamo con sorpresa tre marmotte correre scavalcando i sassi a piazzarsi di vedetta, mimetizzandosi nella sterpaglia (purtroppo la foto non è gran che...).


Dal forte il panorama spazia tutto intorno: la nostra meta finale ed il percorso - ben visibile - che si dovrà seguire per raggiungerla...


...il versante opposto al lago del Baldo, che scende verso la Val d'Adige...




...infine il lunghissimo muretto a secco, guardando alle spalle, proprio da dove siamo venuti.



Proseguendo il cammino dopo il forte il sentiero scende dolcemente fino ad arrivare alla Bocchetta di Naole, crocevia di sentieri, per poi puntare risalendo verso sinistra in direzione dei due rifugi, molto vicini fra loro, ed infine alla Cima di Costabella.


Il panorama che si apre sul Garda è quanto mai suggestivo, in particolare in giornate terse come questa, il che rende più sopportabile la salita - comunque non troppo impegnativa - anche per il mio compagno di avventura che un po' si attarda alle mie spalle.




Il sentiero è scavato praticamente sul filo di cresta, ma pochi metri più in basso è presente l'ampia e comoda mulattiera che utilizzeremo al ritorno e che risale dal fondovalle passando come detto dal forte di Naole; il sentiero in cresta però permette splendidi affacci sia verso la Valle dell'Adige, guardando alla propria destra, con l'altopiano della Lessinia a breve distanza ed il monte Carega, innevato sullo sfondo...


...sia guardando alla propria sinistra con il gruppo dell'Adamello che spicca in lontananza.



In breve arriviamo al rifugio Fiori del Baldo, dove finalmente ci fermiamo a mangiare un paio di panini, comodamente seduti su un bel ceppo di tronco e dove io approfitto per fare un po' di foto in formato panoramico: la Valle dell'Adige con i Monti Lessini ed il Carega innevato sullo sfondo...



...il crinale degradante verso il versante sud del Lago di Garda...



...il settore centrale del Garda con alle spalle Prealpi ed Alpi Bresciane, con il gruppo dell'Adamello innevato sullo sfondo...



Una volta ripartiti, arrivare al secondo rifugio, il Chierego, è davvero un attimo e qui la domanda sorge spontanea: come mai avranno costruito due rifugi a così breve distanza l'uno dall'altro? Mistero...
Quindi tiriamo dritto e affrontiamo l'ultimo tratto di sentiero in cresta, dove ricompare qualche tratto coperto di neve, che ci conduce su Cima di Costabella a 2.053 metri di altezza, con la sua caratteristica balaustra panoramica ed i "mirini" che ci aiutano ad individuare le vette circostanti, più o meno vicine.

Osservando in lontananza Punta Telegrafo, mi rendo conto di essere stato a pochi metri da qui lo scorso dicembre, quando ero risalito alla Bocchetta di Coal Santo, che si trova proprio sotto alla Cima di Costabella, per proseguire poi appunto verso Punta Telegrafo


Il ritorno, una volta tornati al rifugio Chierego, avviene sulla comoda mulattiera vista in precedenza e dove compaiono belle fioriture di piccoli fiori viola.







L'escursione pur essendo abbastanza lunga - circa 17 km e mezzo - ed avendo comunque un dislivello assoluto abbastanza importante - intorno agli 800 metri - non presenta assolutamente alcuna difficoltà, svolgendosi su sentieri e/o mulattiere molto agevoli ed avendo una progressione piuttosto dolce, senza strappi spacca-gambe in salita; lo splendido panorama di cui si può godere rende poi il tutto molto godibile e fa sentire meno la fatica.
La traccia gps del percorso che abbiamo seguito è disponibile qui.




Lunedì 3 giugno 2019 Cascata di Prà Lavino da Passo Tremalzo E' passato un sacco di tempo dall'ultima escursione, davvero troppo, ed...