Avvertenza: tutti gli itinerari sono stati percorsi personalmente, tuttavia, data la natura mutevole della montagna, le indicazioni devono essere considerate puramente indicative. Declino qualsiasi responsabilità riguardo eventuali malaugurati incidenti o inconvenienti che potrebbero accadere percorrendo gli itinerari descritti sul blog e sull'utilizzo delle tracce GPS che si possono scaricare liberamente. Ricordo inoltre che tutte le valutazioni circa le difficoltà delle escursioni riportate sono prettamente soggettive: durante le escursioni sta al buonsenso di ciascuno decidere come, quando e se proseguire o meno.

Venerdì 20 Marzo 2015

Alle cascate Brazza di Racca e Lavacchielli




Marzo inoltrato, primavera alle porte, ma in montagna c'è ancora parecchia neve ed andare in solitaria in ambiente innevato non mi va, quindi cerco una destinazione di collina che sia abbastanza interessante da meritare una bella escursione.
A tale proposito mi torna molto utile il sito www.valcenotrek.it, una vera miniera d'oro per chi cerca escursioni nell'Appennino Parmense, e la gentilezza del suo curatore, Giorgio Tanzi, a cui chiedo qualche informazione per preparare l'uscita.
La destinazione quindi è la Val Noveglia, con un giro che toccando frazioni disabitate conduce alle cascate di Brazza di Racca e di Lavacchielli.
Parcheggiata l'auto nei pressi della chiesetta di Stabio, imbocco il sentiero che in breve conduce alla frazione di Sbuttoni, insieme di case e cascine pressoché diroccate ed abbandonate.

La frazione abbandonata di Sbuttoni
Usciti dalla frazione ci si addentra nel bosco, dove si incontrano numerose altre costruzioni di servizio in completo stato di abbandono da decenni e si incrociano parecchi piccoli corsi d'acqua freschissima.



Il sentiero taglia più volte la strada asfaltata che porta prima alla frazione di Michelotti, anch'essa di fatto disabitata ed abbandonata, e poi alla più grande e meglio conservata Venezia (ma niente gondole e canali qui), di fatto il punto più elevato dell'escursione con i suoi circa 1.000 metri sul livello del mare.
Da qui si inizia a scendere, dapprima fuori sentiero, poi su una traccia abbastanza evidente dove però il cammino è spesso ostacolato da enormi cataste di legna e tronchi tagliati che spesso costringono a vere e proprie acrobazie per passare, fino ad arrivare a costeggiare una strana collina del tutto diversa dal resto del terreno.

Superato un altro corso d'acqua che crea qualche piccolo salto d'acqua si nota già anche qualche bella fioritura primaverile.



Si giunge così alla piccola frazione di Brazza di La, un paio di case, qualche fienile e nulla più, dove risalendo il corso del torrente si arriva ad una cascata di 2/3 metri: sinceramente non credo sia questa la cascata di Brazza di Racca indicata dal sito ValcenoTrek (effettivamente la sua traccia risalirebbe il corso d'acqua ancora di un centinaio di metri) ma a prima vista non vedo modo di procedere agevolmente e anzi, mi trovo abbastanza in difficoltà a metà di una specie di argine di terra, radici e fango che devo risalire, così decido di non andare oltre anche per non mettere a repentaglio l'attrezzatura fotografica.

Proseguendo oltre, la traccia porta al paesino di Cerreto, dove qualche casa è abbastanza ben tenuta e mostra segni di essere abitata, anche se probabilmente non per tutto il corso dell'anno.


Le case di Cerreto
Da qui il percorso indicato da Giorgio Tanzi su ValcenoTrek riporterebbe direttamente a Stabio e alla macchina, ma da qualche parte - non ricordo sinceramente dove - ho letto che risalendo il sentiero 803a che parte da dietro le case di Cerreto si possa arrivare ad un'altra cascata, cosiddetta di Lavacchielli (da non confondersi con le più famose cascate del Lavacchiello, nei pressi di Ligonchio, in provincia di Reggio Emilia), così scelgo questa variante.
Una scelta assolutamente azzeccata perchè dopo circa un quarto d'ora di cammino mi ritrovo davanti a questa bella cascata, dell'altezza di circa 5/6 metri, presso la quale perdo volentieri un bel po' di tempo a fare fotografie.






Ultimate le foto è ormai tempo di ritornare verso la macchina e concludere la bella giornata in completa e beata solitudine in questo angolo per nulla frequentato dell'Appennino Parmense.

L'escursione da me fatta si estende per circa 11,5 km, non presenta alcuna difficoltà e può essere compiuta in circa 4 ore (io in più mi sarò fermato almeno un'ora a fotografare la cascata di Lavacchielli); la traccia gps può essere scaricata qui.




Nessun commento:

Posta un commento

Lunedì 3 giugno 2019 Cascata di Prà Lavino da Passo Tremalzo E' passato un sacco di tempo dall'ultima escursione, davvero troppo, ed...