Avvertenza: tutti gli itinerari sono stati percorsi personalmente, tuttavia, data la natura mutevole della montagna, le indicazioni devono essere considerate puramente indicative. Declino qualsiasi responsabilità riguardo eventuali malaugurati incidenti o inconvenienti che potrebbero accadere percorrendo gli itinerari descritti sul blog e sull'utilizzo delle tracce GPS che si possono scaricare liberamente. Ricordo inoltre che tutte le valutazioni circa le difficoltà delle escursioni riportate sono prettamente soggettive: durante le escursioni sta al buonsenso di ciascuno decidere come, quando e se proseguire o meno.

Lunedì 8 Maggio 2017

Borno: di nuovo dal rifugio Laeng al San Fermo, ma con la neve




E' già trascorso più di un mese dall'ultima escursione in montagna: la voglia di andare è tanta, il giorno di ferie c'è, le destinazioni gradite ci sono, mancano solo il compagno di avventura ed il meteo favorevole.
Relativamente al primo problema basta qualche messaggio WhatsApp con l'amico Stefano per convincerlo a partecipare, mentre per quanto riguarda il meteo c'è poco da fare: il weekend è stato uno schifo, con pioggia battente e solo un lieve miglioramente nel pomeriggio della domenica.
Che si fa? Andare in montagna e prendere l'acqua ininterrottamente non è il massimo del divertimento, però le previsioni sembrano dare qualche speranza per il lunedì, almeno fino al pomeriggio, così decidiamo di partire in direzione Borno.
L'intenzione sarebbe quella di salire al rifugio Laeng e da qui valutare se tentare l'aggiramento dell'imponente Pizzo Camino e dell'adiacente Cima Moren procedendo per il passo di Varicla, quindi per quello di Corna Busa e successivamente per quello del Costone fino a chiudere il giro del massiccio montuoso al rifugio San Fermo, oppure se effettuare semplicemente la bella traversata che dal rifugio Laeng permette di arrivare al San Fermo passando in costa alla montagna (e che io ho già fatto in solitaria nel maggio del 2015).
Lasciata la macchina in località Navertino, davanti all'omonimo ristorante, la salita parte subito aggressiva anche se su una comodissima mulattiera, volendo percorribile con un fuoristrada, che risale fra i pascoli, conduce ad un altare votivo con area pic-nic (con simpatiche panche) ed infine alla deviazione, verso destra, per il lago di Lova.


Noi invece teniamo inizialmente la sinistra proseguendo per la mulattiera che termina più avanti, in corrispondenza di un bivio con cartelloni e mappa del posto, dove prendiamo il sentiero a destra che conduce verso un altro bivio, più piccolo, con il sentiero che si stacca sulla sinistra iniziando la salita al rifugio Laeng.
Si guadagna rapidamente quota ma senza eccessiva fatica e già si comincia a godere di un panorama di tutto rispetto sulle catene montuose circostanti e, guardando verso il basso, sull'altopiano in cui sorge il paese di Borno.


Prima di arrivare intorno a quota 1.700 metri si inizia a calpestare la neve; neve che ci accompagnerà abbondante per tutto il prosieguo dell'escursione.
Seguendo il facile sentiero, sempre molto ben visibile e segnato, si arriva ad una pozza d'acqua appena sotto il rifugio Laeng, e quindi al rifugio stesso, a quota 1.760 metri dove c'è molta più neve di quanto avremmo potuto pensare.




Decidiamo allora di calzare i ramponi e dopo qualche foto al bel laghetto appena dietro il rifugio, puntiamo verso il passo di Varicla.


Si cammina sopra un abbondante manto di neve e su un tappeto di pini mugo, quindi ad ogni passo il rischio di affondare fino alla coscia è abbastanza alto; la salita diventa piuttosto ripida e faticosa, fino a quando, arrivati ad un piccolo promontorio proprio appena sotto all'attacco che porterebbe verso il passo, un po' per la quantità e lo stato della neve (guardando in alto si notano i segni di alcuni distacchi di neve recenti), un po' per il rischio di impiegare troppo tempo a fare tutto il giro, non conoscendo nemmeno il sentiero, un po' anche per il meteo che in teoria prevederebbe un peggioramento nel pomeriggio, decidiamo saggiamente di rinunciare all'aggiramento del Pizzo Camino e di tornare sui nostri passi fino al rifugio Laeng per poi prendere il sentiero che conduce a mezza costa fino all'altro rifugio, il San Fermo.




Il primo tratto che porta in leggera salita ai resti del vecchio rifugio Coppellotti (distrutto dai Tedeschi durante un'esercitazione militare nel corso della Seconda Guerra Mondiale) lo percorriamo agevolmente, poi ci attende una ripida salita, con la neve che arriva al ginocchio (e a volte anche oltre), per poter scollinare ed iniziare il traverso vero e proprio: una vera faticaccia, con Stefano che va avanti e poi si ferma a guardarmi affondare nella neve ridendo....
Dopo una breve sosta ad un tavolo da pic-nic strategicamente posizionato proprio in corrispondenza del valico, proseguiamo il nostro cammino avendo un bellissimo affaccio dall'alto sul paese di Borno, sul lago di Lova e le cime circostanti.
Nonostante il sentiero ora sia più o meno in piano, tagliando la costa della montagna, la progressione risulta comuque abbastanza difficoltosa perchè ad ogni passo non si sa bene quanto il piede sprofonderà nella neve.




Avanziamo così, in leggera discesa, fino ad arrivare in prossimità della caratteristica chiesetta degli Alpini, sotto di noi qualche centinaio di metri, e poco oltre decidiamo di toglierci i ramponi visto che il sentiero sembra ormai quasi sgombro di neve.
Procedendo però ci troviamo a dover attraversare qualche piccolo canale di scarico della montagna, in cui è evidente il segno di alcune slavine, dove l'utilizzo dei ramponi sarebbe stato assolutamente consigliato (anche solo per sicurezza, visto che una scivolata qui non avrebbe conseguenze molto simpatiche!).
Per fortuna basta un po' di prudenza ed attenzione nel pestare bene il piede e gli attraversamenti - di 4 o 5 metri al massimo - vengono superati senza eccessivi problemi.


Infine eccoci finalmente arrivare al rifugio San Fermo, a quota 1.868 metri, anche questo ovviamente chiuso e deserto, dove possiamo mangiare i panini portati da casa e riposarci un po' ammirando l'imponenza di Cima Moren.



Da qui un'ampia e comoda mulattiera riconduce, passando accanto ad alcune caratteristiche malghe ed offrendo splendide viste sul lago di Lova, al bivio con cartelloni e mappa del posto da cui eravamo transitati al mattino salendo verso il Laeng, quindi alla deviazione per il lago ed infine, con un tratto di discesa davvero ripido che mette a dura prova le mie gambe già provate dalla neve, alla macchina.



Appena ripartiti, in auto, Stefano ed io ci guardiamo e quasi all'unisono ci diciamo: "birretta??", così al primo paese che offre un bar lungo la strada ci fermiamo a dissetarci e a reintegrare doverosamente i sali minerali persi durante l'escursione.
Qui un breve video, girato da Stefano, che riassume la splendida giornata trascorsa: questa idea del video la voglio assolutamente ripetere perchè è molto simpatica.



Il percorso da noi fatto si snoda per circa 17,5 km (deviazioni comprese) e, per quanto non presenti alcuna difficoltà se affrontato d'estate, in presenza di neve e/o ghiaccio è consigliabile essere attrezzati almeno con i ramponi ed essere abituati ad un certo tipo di sentieri: non c'è nulla di estremo, però in parecchi punti una scivolata potrebbe creare problemi seri. In veste invernale quindi classificherei l'escursione con grado di difficoltà EE (escursionisti esperti).
La traccia gps del tragitto seguito può essere scaricata cliccando qui.







1 commento:

  1. Ciao Marco, come sempre ci vizzi con queste bellissime escursioni selvagge. Certo che ne hai di resistenza ,la progressione con quelle salite risultano già dure ,farla con la neve è una bella faticaccia.Immagino questa escursione in piena Estate ,con prati verdissimi e mucche al pascolo deve essere un vero paradiso.Complimenti per le bellissime foto ,peccato per il meteo capriccioso.Un abbraccio.Rossano

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