Avvertenza: tutti gli itinerari sono stati percorsi personalmente, tuttavia, data la natura mutevole della montagna, le indicazioni devono essere considerate puramente indicative. Declino qualsiasi responsabilità riguardo eventuali malaugurati incidenti o inconvenienti che potrebbero accadere percorrendo gli itinerari descritti sul blog e sull'utilizzo delle tracce GPS che si possono scaricare liberamente. Ricordo inoltre che tutte le valutazioni circa le difficoltà delle escursioni riportate sono prettamente soggettive: durante le escursioni sta al buonsenso di ciascuno decidere come, quando e se proseguire o meno.

Lunedì 6 Agosto 2018

La Laga selvaggia: Pizzo di Moscio, Cima Lepri e Pizzo di Sevo...fatica immane e spettacolo sublime




Con il ricordo della splendida escursione sui Monti della Laga con Leo dello scorso anno non vedo l'ora di ripetere l'esperienza insieme a lui e alla sua inseparabile lupa Linda.
Anche quest'anno, visti i suoi impegni di lavoro e stante il gran caldo che farebbe soffrire troppo Linda durante il giorno, Leo mi propone una notturna ed io accetto con entusiasmo e un pizzico di timore, visto che non sono abituato a questi orari.
Il ritrovo è per la mezzanotte a Teramo, dopo di che facendo strade a me ignote nel giro di un'ora o poco più arriviamo a parcheggiare il suo furgone nei pressi della radura del Lago dell'Orso, pronti ad iniziare la nostra escursione.


Qui l'inquinamento luminoso è pressochè nullo, la notte davvero buia ed il cielo è uno spettacolo di stelle per le quali varrebbe la pena perdere del tempo per provare a fare qualche foto, ma l'impresa è davvero ostica; proseguiamo la nostra salita verso la prima vetta della nostra escursione: Pizzo di Moscio.
Mentre camminiamo distratti dalla Via Lattea sopra di noi sentiamo l'abbaiare avvisatore di alcuni cani da pastore: questa è zona di pascolo e ci rendiamo conto di essere molto vicini ad un cospicuo gregge di pecore, a guardia del quale ci sono almeno 5 o 6 pastori abruzzesi, davvero da ammirare per come rispettano i loro rispettivi compiti, quasi in modo militaresco. Incredibile invece lo spettacolo delle migliaia di occhi delle capre, accesi come piccolissime lampadine.
Le gambe girano bene per entrambi ed in breve arriviamo in cima a Pizzo di Moscio: l'alba è ancora lontana, cosi proseguiamo per una splendida cresta che scendendo inizialmente ci porterà verso la seconda vetta del nostro giro, Cima Lepri.
Qui, proprio nei pressi della croce di vetta, iniziano a vedersi le prime avvisaglie del sole nascente dal vicino Mare Adriatico.



L'alba è sempre uno spettacolo molto suggestivo, quasi mistico, ma vissuta in cresta ad oltre 2.000 metri tutto è ancora più magico.


Le luci dell'alba e le nuvole basse creano delle illusioni ottiche, tanto che per esempio il vicino Monte Vettore sembra un'isola affiorante dal mare.


Mentre ammiriamo questo spettacolo di luci e colori mettiamo anche a fuoco quella che sarà la meta finale dell'escursione: Pizzo di Sevo.
Visto così sembra distante poche centinaia di metri, Leo non ci è mai salito, così nonostante i kilometri percorsi inizino a non essere pochi, decidiamo senza remore e con rinnovato entusiasmo di proseguire fino a questa terza vetta.


Peccato che mano mano che si fa giorno e proseguiamo ci rendiamo conto che quello che sembra a portata di mano non lo è affatto: per raggiungere Pizzo di Sevo bisogno prima affrontare una cospicua discesa che ci fa scendere parecchio di quota prima di affrontare una salita molto ripida - una vera "pettata" - per raggiungere la vetta (del resto se una montagna si chiama "pizzo" vuol dire che per arrivare in cima bisogna faticare parecchio!).



La salita è davvero durissima, anche perchè ormai non siamo più freschi come all'inizio: è una piccola grande sfida con noi stessi, ma naturalmente la nostra tenacia ci porta in vetta, dove possiamo riposare e rifocillarci con calma.


Il panorama è splendido e selvaggio da quassù, con le nuvole che disegnano il cielo. 
Dalla vetta Leo mi spiega che il paese che si trova quasi a picco sotto di noi è il tristemente noto paese di Amatrice, distrutto dal terremoto del 2016; grazie al binocolo possiamo vedere ancora cumuli di macerie e la conformazione del nuovo quartiere residenziale con le casette antisismiche.






E' ora tempo di ritornare sui nostri passi e rifare lo stesso percorso, stavolta alla luce del sole, permette di ammirare tutto ciò che con l'oscurità della notte non si era mostrato ai nostri occhi: una natura semplicemente maestosa e selvaggia, con una miriade di vallate infinite, ognuna con la sua particolarità.


Arrivati di nuovo a Pizzo di Moscio siamo esausti e restiamo per qualche minuto a riposare avvolti dalle nuvole, in una dimensione tutta particolare.

Continuiamo a scendere, ormai esausti e finalmente vediamo in lontananza il furgone di Leo parcheggiato nella radura del Lago dell'Orso: quasi per inerzia ci arriviamo, davvero stremati; mentre ci rinfreschiamo all'abbeveratoio già pregustiamo il pranzo che a breve ci aspetta al Camping "Il Ceppo", all'ombra di alberi secolari, con agnello alla brace e un paio di belle birre ghiacciate.

Qui di seguito un breve video con lo sviluppo 3d del percorso fatto.


Purtroppo, avendo fatto gran parte dell'escursione in notturna, non ho potuto girare il consueto video che riassume quanto vissuto.
L'uscita di oggi, seppur non presenti alcuna difficoltà oggettiva, mi sento di indicarla solo ad escursionisti esperti, essenzialmente per la lunghezza del percorso - di oltre 20 km - e per i continui saliscendi che portano ad avere un dislivello cumulato davvero importante (mentre quello assoluto è solamente di poco superiore ai 600 m). 
La traccia gps può essere scaricata da qui.




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